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Originariamente la Chiesa della Parrocchia di San Giacomo non era intitolata all’Apostolo, ma probabilmente a San Matteo. Solo tra il 1452 e il 1482, per opera di una Contessa spagnola (moglie di un Sanseverino), San Giacomo diviene il Protettore. Infatti, dai registri parrocchiali dei battesimi del 1564 risulta San Giacomo quale Protettore. In passato anche la Chiesa era diversa da quella attuale. In una stampa del 1500, infatti, si nota che era senza navate laterali ed era situata più’ in basso; davanti alla vecchia Chiesa passava una strada che andava da piano Donnattoli (attuale Via Palestro) fino alla Via Pietragrossa. L’ingresso principale era dalla parte di Via Cardinale Brancati (dove attualmente c’è la Cupola) ed era almeno tre metri al di sotto di come si presenta adesso il piano stradale della già citata Via Cardinal Brancati. Dai verbali Diocesani del 1593, risulta che vi era a Lauria un Comitato di raccolta fondi per la costruzione di una nuova Chiesa di San Giacomo. A dare conferma che una nuova Chiesa fu costruita su quella vecchia, verso la fine del 1500, sono stati i lavori di restauro terminati nel 1982, che hanno riportato alla luce un muro perimetrale e un altare, due metri sotto il pavimento attuale. Agli inizi dell’800, la parte della Chiesa che si affacciava su Piazza San Giacomo subì un altro cambiamento. Tutta la Ciampa era un dirupo e nel 1770 il Vescovo di Policastro autorizzò la costruzione su tale precipizio di un’ala laterale (cioè sull’ossario). Nel 1804 e nel 1824 circa si aprì una porta laterale sul dirupo ( l’attuale porta su Piazza San Giacomo ). Tale opera assorbì la Cappella del Carmelo, che rimase murata sotto la Sagrestia. Una considerazione merita l’ingresso di Via dell’Arancio ( ingresso principale ), che reca la data del 1894. Questo ingresso e’ invisibile nella stampa di un pittore del 1800, così come la Cupola, che sarà costruita nel 1888. Per quanto riguarda l’interno della Chiesa, si ha un descrizione in una relazione del 1688, che parla dell’Altare Maggiore, il quale presenta due statue di legno dorate dei Santi Giacomo Maggiore e Minore, dietro di esso vi è il Coro. Nella relazione si parla ancora della presenza nella Chiesa di sedici Cappelle, del loro tetto in legno e di quello sulla navata laterale in lamiera. La chiesa attualmente si presenta a croce latina, a tre navate , di cui quella centrale si presentava con un’ampia abside semicircolare che nei primi del 900 fu abbattuta per costruire l’attuale strada provinciale. All’interno di notevole interesse è il Coro ligneo, opera di maestranze meridionali, proveniente probabilmente dalla Certosa del Sagittario (Sanseverino Lucano), soppressa agli inizi dell’Ottocento e abbandonata. Il Coro è articolato in due ordini di banchi. Il primo con intagliati negli schienali strumenti di lavoro, di preghiera e San Bruno in meditazione. Nel secondo ordine, vi sono stagli separati da braccioli con figure grottesche, da cui si levano elementi di separazione scolpiti a girali, animali, monaci ecc. Negli schienali in basso sono intagliati cesti, cartigli, teste d’angelo, ecc.; in alto i vari Santi Certosini: Benedetto, Eugenio II, Giovanni Battista, Berardo, Roberto Abate, poi Gesù, gli Apostoli e l’Immacolata. Su ogni seggio vi è una copertura a conchiglia. Nella porta centrale, nel cartiglio, ci sono scolpite le varie date di costruzione: la più antica è il 1554 ( a cui appartengono le parti migliori del Coro ), poi 1679 e 1689. Nella Chiesa vi sono statue di impostazione notevole tra le quali quella di Cristo flagellato, di San Giacomo Maggiore e Minore, Sant’Emidio, di San Pietro e del Cuore di Gesù. Inoltre, vi sono dipinti di vari pittori, tra i quali “Il transito di San Giuseppe”, “Il Cenacolo” e la cupola con i Profeti “Daniele”, “Geremia”, “Isaia” ed “Ezechiele” di Pasquale Iannotta, la pseudo abside dipinta a trompe l’oeil dal pittore lauriota Mariano Lanziani, della prima metà del secolo e quelli recenti ( 1987 ), sotto il soffitto, di Emilio Larocca “La chiamata di San Giacomo” , “Il martirio di San Giacomo” e “Apparizione della Madonna del Pilar”. Ve ne sono altri di autori ignoti, tra i quali quello raffigurante San Michele in volo che calpesta il demonio, probabilmente cinquecentesco, “La presentazione al tempio”, “Incoronazione della Vergine”, “L’Immacolata”, “La Madonna del Rosario”, “Madonna col Bambino e i Santi Domenico, Giovanni Battista, Francesco ed Antonio” ed il ciclo della “Via Crucis”. La Chiesa presenta, sull’ingresso principale, l’Organo della prima metà del Novecento, di gusto neorinascimentale. In esso, gli intagli, che decorano come fasce le varie zone, sembrano di gusto più antico, del periodo Ferdinando II. In Sacrestia vi è l’archivio in noce che presenta un’alta qualità d’intaglio con effetti chiaroscuri, attribuibile, forse, a qualche artigiano attivo in area meridionale, databile ai primi del Settecento. Inoltre, vi sono vari oggetti Sacri e i lampadari, in ferro lavorato, eseguiti recentemente da artigiani di Lauria.