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L’epoca della fondazione della Chiesa di San Nicola di Bari della Parrocchia del Rione Superiore é sconosciuta, però si parla di essa già in un documento del 1522. Successivamente, nel 1583, fu costruita la torre campanaria, mentre la Chiesa fu dotata, del Coro e della Balaustra, opera della Scuola del Fonzago. Più volte é stata danneggiata da inondazioni per il carattere torrentizio del Carbonaro, da terremoti e da incendi. Infatti, i lavori di consolidamento di questi ultimi anni hanno messo in evidenza il susseguirsi di diversi interventi. Molti elementi sembrano testimoniare la preesistenza di una Chiesa primitiva (romanica). In un intervento di ampliamento fu costruita la navata centrale, allungando, nell’attuale Piazza Carlo Viceconti, un braccio della primitiva Chiesa. Danneggiata gravemente dalla frana del 1740, venne incendiata dai francesi, guidati da Massena, nel 1806, i quali provocarono la quasi totale distruzione di essa. L’Amministrazione comunale la fece ricostruire, assumendosi anche l’onere per la manutenzione e nel 1807 fu riaperta al culto. Il movimento franoso del 1820 contribuì parecchio a danneggiarla, ma un radicale e definitivo intervento di ristrutturazione e restauro, che iniziò nel 1888, fece assumere l’orientamento e la struttura planimetrica attuale. Vi é un progetto di riparazione dell’l ottobre 1852 per il Real Ministro degli Affari Ecclesiastici, e vi é la successiva approvazione di detto progetto, datata 30 novembre del 1853, a testimoniare i suddetti lavori che ebbero inizio circa due anni dopo perché sorsero ostacoli nell’appalto dell’opera. Attualmente la chiesa di San Nicola è a tre navate delimitate da piloni in fasce con archi a tutto sesto; vi è un ampio transetto ed una profonda abside rettangolare. La volta della navata centrale è dipinta a tempera con immagini raffiguranti San Nicola, l’Ultima Cena e la Madonna con il Bambino, opera di Pasquale Iannotta, pittore locale, maestro di Mariano Lanziani. La torre campanaria è composta da due elementi: il primo, più antico, costituito da quattro parti con le rispettive monofore, delle quali una soltanto ancora aperta; il secondo costituito dalla cella campanaria e dalla cupside aggiunta di forma piramidale-ottagonale. All’interno presenta dieci Altari con pietra lavorata tra i quali: l’Altare Maggiore dedicato a San Nicola che é in marmo bianco intarsiato di marmi colorati, l’Altare dedicato a Sant’ Anna, quello dedicato a San Simeone, quello dedicato a Sant’ Alfonso con immagine in tela, quello dedicato a Sant’Elisabetta con piccolo quadro in tela. Vi é, poi, l’Altare del Rosario, con immagine su tela, 1′Altare del Cuore di Gesù, con statua in legno; l’Altare dedicato a San Giuseppe e quello dedicato a Sant’Emidio con statua. Di notevole fattura la balaustra che recinge l’altare maggiore, in marmo policromo, datata 1616, proveniente probabilmente, dall’antica abazia di S. San Filippo. La chiesa all’interno conserva vari dipinti ad olio su tela di Pasquale Iannotta e Mariano Lanziani. Del pittore lauriota Lanziani si possono ammirare le tele raffiguranti “Domenico Lentini” in penitenza, anno 1928; “S. Alfonso de Liguori fra angeli”, orante in ginocchio, anno 1948; “Madonna del Rosario di Pompei e Santi”, anno 1945; “Crocifisso e Santi” anno 1947; “S. Vincenzo de Paoli e S. Lucia”, inizio del 1900; “S.Giovanni Bosco”, anno 1938; “Il Santissimo tra coro di Angeli”, inizio del 1900. Di particolare interesse la tela datata 1608-12 raffigurante Santa Maria degli Angeli tra San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova, attribuita al famoso caravaggesco meridionale Carlo Sellitto. La chiesa gode della presenza delle spoglie mortali del Beato Domenico Lentini. Veneratissimo il sepolcro del sacerdote lauriota assurto agli onori degli altari.