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Note storiche e tradizione orale
di: RAFFAELE PAPALEO

Le prime notizie certe provengono da una visita vescovile del 1623, ma il luogo di culto potrebbe avere origini ben più antiche.

La Lucania è ricca di Santuari Mariani i quali, spesso, sono posti sulle alture che dominano vasti territori. In qualche caso i Santuari sono sorti nello stesso luogo dove erano presenti templi pagani.
Questi luoghi hanno rappresentato, nel lontano passato, anche delle ottime postazioni dalle quali controllare il territorio circostante. Il Santuario di Trecchina è ubicato proprio in un punto dal quale si controllano facilmente importanti e antiche vie di comunicazione. Proprio sotto il Santuario, dal lato del fiume Noce, passava una via che collegava le frazioni di Massa e di Brefaro con l’entroterra della Valle del Noce. Un altro sentiero, proveniente dalle stesse frazioni di Maratea, passa a nord-ovest del Santuario. Dalla cima del monte si controlla, visivamente, anche la foce del fiume Noce e un’ampia porzione del versante calabrese del Golfo di Policastro.
Se dal Santuario si guarda verso nord e nord-est si vedono i paesi di: Trecchina, Nemoli, Rivello e Lauria oltre ai monti che circondano la Valle. Ne consegue che il Santuario è posto in una posizione veramente privilegiata ed andrebbero approfondite le ricerche che riguardano la sua origine che potrebbe essere ben più antica di quello che ci raccontano le fonti storiche certe. Le fonti orali e le evidenze architettoniche fanno supporre che il primo nucleo del Santuario Cristiano sia nato, verso la fine del XVI secolo, ad opera di monaci eremiti.
Sotto l’attuale Cappella si conservano due piccole stanze che dovevano costituire la dimora dei monaci. Su questo nucleo venne poi edificato il Santuario. La prima notizia certa del Santuario si ha in relazione alla visita pastorale fatta nel 1623 dal Vescovo di Policastro di allora, Mons. Antonio Santorio. Nella successiva visita pastorale del 1626 il Vescovo chiede al clero di Trecchina di provvedere alla sistemazione del bassorilievo, che raffigura la Madonna del Soccorso, che risulta danneggiato.
La scultura, su lastra di marmo, fu prodotta nel 1555 ma non è certo se sia stata fatta proprio per il Santuario. Attualmente la preziosa scultura si trova nella Cappella della Forraina, edificata nel 1926 per interessamento dell’Arciprete Biagio Pignataro. Questa Cappella è situata poco oltre l’abitato di Trecchina, sulla strada che conduce verso il Santuario il quale risulta raggiungibile anche in auto.
Dai verbali della visita pastorale del 1725 si evince che il Santuario fu affidato ad una confraternita che risiedeva a Trecchina. La stessa associazione religiosa gestiva anche le processioni che conducevano i fedeli in pellegrinaggio al monte due volte all’anno. Ancora oggi la tradizione continua.
Nel mese di maggio i fedeli si recano in processione al monte per portarvi la statua della Madonna; l’otto settembre è dedicato ai festeggiamenti che vengono fatti presso il Santuario e, nello stesso mese, sempre in processione, la scultura lignea viene riportata nella Chiesa Madre di San Michele. La superficie interna del Santuario misura circa 120 mq. In passato le sue dimensioni erano più contenute. Nel 1924 (secondo alcuni nel 1926) il Santuario venne ampliato e ristrutturato poiché presentava segni evidenti di degrado. La posizione sulla cima del monte lo ha particolarmente esposto agli agenti atmosferici ed ai fulmini. Proprio a causa delle folgori, che spesso hanno prodotto gravi danni alla struttura, si decise di abbassare l’altezza del campanile. Il restauro si era reso necessario anche per i danni prodotti dai terremoti; storicamente sempre presenti nell’area. Il terremoto del 1998 rese necessari altri interventi di restauro. Grazie all’impegno del Parroco di Trecchina Don Guido Barbella, del sindaco Ludovico Iannotti, e di tanti fedeli vennero interessati gli enti competenti e fu ottenuto un finanziamento; pari a circa trecentomila euro.
Con il restauro del Santuario e l’ampliamento di un parcheggio posto poco distante, il luogo è divenuto ancora di più meta di turisti e di fedeli che continuano una tradizione plurisecolare.

Il bassorilievo di Santa Maria del Soccorso

Nel Santuario, appeso ad una parete, si trova un secondo bassorilievo che riproduce la Madonna del Soccorso in una scena sostanzialmente simile a quella riprodotta nel bassorilievo del 1555 conservato nella Cappella della Forraina. Anche la statua lignea riproduce la medesima scena.
La Madonna è sempre raffigurata nell’atto di proteggere il Bambin Gesù dalle insidie di un demonio armato di tridente. Il maligno viene tenuto a bada dalla Madonna che con un bastone minaccia di percuoterlo.
Un altro bambino, a destra della Madonna, si aggrappa ad essa chiedendo protezione. Si ritiene che il complesso ligneo sia coevo del primo bassorilievo, e quindi sia stato realizzato nella seconda metà del XVI secolo.
La scena riprodotta nella scultura è molto dinamica. La Madonna, sia pure con il volto disteso e non preoccupato, sta agendo con violenza usando un bastone. E’ una situazione che si ritrova nei Santuari Mariani cosiddetti Micaelici. Anche San Michele, il santo soldato, è sempre rappresentato con una spada in pugno. L’Arcangelo Michele, protettore di Trecchina, così appare sulla facciata principale della Chiesa Madre e così viene raffigurato nel grande affresco, datato 1913, di Mariano Lanziani, che orna la volta centrale della Chiesa.
La devozione verso il Santo era diffusa tra i Longobardi poco prima dell’anno mille e il suo culto a Trecchina potrebbe aver avuto origine proprio al tempo del Ducato di Benevento guidato da principi longobardi.
La Madonna del Soccorso di Trecchina, per l’importanza di ciò che rappresenta e grazie alla sua felice posizione, potrebbe diventare il simbolo religioso che accomuna e protegge tutta la Valle del Noce.

(Articolo pubblicato su “l’Eco di Basilicata” 1 luglio 2012)

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