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A volte la fantasia supera la realtà. E’ quello che è capitato sull’asse Sassari-Lauria-Maratea. Da circa un anno, sui tavoli dell’associazione Magna Grecia di Lauria faceva capolino un’immagine che riproduceva un affresco del Cardinale Lorenzo Brancati. A scovarla in rete il lauriota dottor Paolo D’Imperio con il quale l’associazione aveva condiviso un viaggio nella Biblioteca del Seraphicum a Roma e nella Basilica dei Santi Apostoli in occasione della organizzazione della prima edizione di Vivilauria.
Incuriosiva la scritta “Cano” sotto l’immagine del frate francescano. Il primo pensiero, davvero ardito, è stato che l’opera pittorica appartenesse al Canova. Trovare un legame tra il grandissimo artista ed il frate lauriota che sfiorò il soglio pontificio nel ’600, appariva qualcosa di straordinariamente affascinante, ma quanto si stava preparando avrebbe lasciato… senza fiato. Già nell’estate scorsa, l’associazione aveva scoperto una “nuova” traccia importante: Padre Francesco Cocco segretario del Generale dell’Ordine conventuale minore, nella visita romana, aveva dato il suggerimento giusto: Cano non è un cognome troncato ma è un famoso frate architetto ed artista sardo vissuto nell’800, che ha realizzato tante belle chiese, una in particolare a Sassari. Morì giovane, cadendo da un’impalcatura nell’intento di portare avanti le sue opere. E’ stato definito il Leonardo da Vinci dell’Ordine conventuale. Internet ha fatto il resto ed ha permesso di ammirare, seppur a distanza, la chiesa di Santa Maria di Betlemme a Sassari attigua al convento dei conventuali minori. La notizia apriva nuovi orizzonti ma il tutto appariva ancora disordinato: che ci faceva il Cardinale Brancati in Sardegna? La sua fama era arrivata pure lì? Il tutto poteva avere senso se si considera che a qualche mese dalla morte del frate lucano (1693) la notizia era rimbalzata addirittura sui giornali inglesi. Dunque, la fama del cardinale non era da sottovalutare anche in un’epoca storica rallentata dalla mancanza del telefono, della tv e… soprattutto della rete.
Passano i mesi, si tentano contatti con Sassari…perché il fiuto porta nella bellissima città sarda nota per i suoi candelieri e per un centro storico meraviglioso. All’improvviso “il segno” atteso da tempo, scaturito nel modo più improbabile. Suona il telefono in redazione, l’Eco si era occupato del Carnevale della Valle del Noce, una persona cortese e gentile chiede se ci può essere spazio sul giornale per evidenziare lo sforzo di un gruppo marateota che aveva prodotto un carro allegorico molto bello.
La telefonata è cordiale, l’interlocutore è di Maratea ma lavora fuori…è un militare, maresciallo dell’Esercito a Sassari, si chiama Luca Monetta. Il nome “Sassari” diventa una sorte di password, un elemento che esalta un rapporto che da subito si arricchisce di significato. Iniziano ore di fitte informazioni! Luca riceve già nella serata l’immagine scovata da Paolo D’Imperio. Luca il giorno dopo è già motivatissimo, nella chiesa dove sta per prendere forma un’altra scintilla. Il maresciallo Monetta infatti fa la conoscenza di frate Luca Atzeni, francescano ispirato , preparatissimo, innamorato della storia…e già estimatore del cardinale lauriota!
Quando Luca il lucano, parla del Brancati e di un’immagine specifica, il giovane frate sardo lo interrompe: guarda che sei nel posto giusto, ci sei proprio sotto, volgi gli occhi al cielo! Il maresciallo, perde per un attimo il fiato: si trova sotto una cupola bellissima e maestosa con l’affresco di Lorenzo Brancati!
Incredibile! Gianfrancesco è sbarcato in Sardegna!
Frate Luca Atzeni disquisisce: all’interno della cupola frate Antonio Cano ha voluto raffigurare le personalità più grandi che i conventuali minori hanno avuto nel corso della loro storia… papi, frati santi e cardinali illustrissimi!
Questa è la storia semplice e straordinaria di un incontro fortunato che certamente genererà frutti copiosi. Questo legame non può che emozionare e spingere il sodalizio lauriota in quell’opera di valorizzazione di un personaggio davvero straordinario considerato tra i più grandi del ’600.
L’impegno culturale dell’associazione Magna Grecia di Lauria è legato alla valorizzazione di Palazzo Marangoni che è luogo fisico di cultura ma è anche “momento immateriale” di stimolo per valorizzare il territorio anche oltre le sue possenti mura. L’azione di ricerca dedicata al Brancati si arricchirà di una nuova tessera: Sassari dopo Copertino, Assisi, Bologna, Arezzo, Siena, Napoli, Albano Laziale, Agerola…chissà quante altre sorprese ci saranno ancora.Quanti segni del frate lauriota si troveranno in giro per l’Italia!
La terra sarda ha riservato infatti altre grandi novità. Nella stessa chiesa, Gianfrancesco non poteva non avere vicino il suo amico… Giuseppe da Copertino! Un’altare bellissimo, ma anche una recentissima scoperta.
Nella chiesa sassarese vi è un altro altare dedicato erroneamente ad un santo ma che invece, grazie a dei lavori di restauro, è stato costruito, ne secoli scorsi, per venerare proprio il santo dei voli. Altro materiale per gli amici di Copertino!
Questa è dunque la cronaca di una ritrovamento che inorgoglisce Lauria e i suoi grandi personaggi storici.
Ricerche di questo tipo diventano un patrimonio importante sul quale costruire una progettualità significativa che possa spaziare ed offrire nuovi e rinnovati stimoli. Dalla cultura ai gemellaggi, a quella cura dello spirito che valorizza il vivere quotidiano.

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